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CITAZIONE MILANO - L'Unione europea blocca la finanza libica. Il congelamento degli asset controllati da Lia e Lafico, nonché dalla Banca centrale libica, da altre tre società e dal vicepresidente della Lia, Mustafa Zarti, è entrato in vigore. Come previsto, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Ue di venerdì il regolamento che estende a questi soggetti le sanzioni contro la Libia varate il due marzo scorso. LE MISURE- Il provvedimento, si legge nel testo del regolamento, è stato adottato «tenuto conto della gravità della situazione in Libia» ed è «obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri». Al primo posto nel nuovo elenco di soggetti sottoposti alle sanzioni Ue figura come persona fisica Mustafa Zarti, cittadino austriaco vicepresidente del Consiglio di amministrazione della Lybian investment authority (Lia), nonché membro del comitato esecutivo della National Oli corporation, capo della società petrolifera Tamoil e vicepresidente della Firs energy bank nel Bahrein. Zarti è stato inserito nella lista nera Ue per «associazione stretta con il regime» di Gheddafi. L'elenco passa poi alle 'entità' colpite dalle misure restrittive. La Banca centrale della Libia è finita nel mirino Ue in quanto ritenuta «controllata da Muammar Gheddafi e dalla sua famiglia e quindi potenziale fonte di finanziamento del regime». Per gli stessi motivi è stato deciso di bloccare gli asset della Lia «altrimenti detta Lybian arab foreign investment company-Lafico», la Portafoglio di investimenti Libia Africa, la Lybian Foreign Bank e la Lybian Housing and infrasrtucture board (Hib).
SOLIDARIETA' UE SUI FLUSSI MIGRATRORI - Intanto, sul tema della solidarietà europea sul dossier immigrazione, sollecitato con forza dall'Italia nei giorni scorsi, è stata siglata una bozza di conclusioni del vertice straordinario dell'Ue sulla crisi libica: «Gli Stati membri più direttamente interessati dai movimenti migratori - si legge - necessitano della nostra fattiva solidarietà». Nella bozza del vertice si invita inoltre il Consiglio, in cooperazione con la Commissione, a presentare prima del summit Ue di giugno «un piano per lo sviluppo di capacità di gestione della migrazione e dei flussi di rifugiati».
LO STOP DI UNICREDIT - «Alla luce delle decisioni pubblicate dall'Unione Europea, UniCredit dichiara che - con riferimento agli azionisti libici - l'esercizio dei diritti relativi alle azioni possedute sarà congelato in conformità a tali decisioni». Lo rende noto una nota dell'istituto di Piazza Cordusio.
LA REAZIONE DEL RAIS - Il leader libico Muammar Gheddafi ha risposto minacciando di nuovo l'Europa di sospendere la sua collaborazione nella lotta al terrorismo internazionale e all'immigrazione clandestina.
MERKEL E CAMERON - Intanto, però, i leader europei riuniti a Bruxelles insistono nel chiedere a Gheddafi di lasciare il potere: «Se ne deve andare», ha ribadito il premier britannico David Cameron al suo ingresso al vertice Ue dei capi di Stato e di governo. «È importante che i paesi europei facciano prova di volontà politica, di ambizione e di unità per dire chiaramente che Gheddafi se ne deve andare, che il suo regime è illegittimo e che quello che sta facendo al suo popolo è totalmente inaccettabile», ha osservato Cameron. Il premier britannico, che già giovedì in una lettera comune con il presidente francese Nicolas Sarkozy si è detto pronto a portare il sostegno per ogni eventualità in funzione dell'evoluzione della situazione, anche venerdì mattina ha ribadito che l'Ue dovrà «prevedere ogni eventualità» perché questo - ha osservato - «è assolutamente vitale». Anche il cancelliere tedesca Angela Merkel ha chiesto le «immediate dimissioni» di Gheddafi perché è chiaro che «chi scatena la guerra contro il proprio popolo non può parlare con l'Unione europea».
SARKOZY: RICONOSCERE OPPOSIZIONE - «La Francia chiede il riconoscimento dell'opposizione libica per evitare un'altra Somalia». È la posizione espressa al suo arrivo a Bruxelles dal presidente francese Nicolas Sarkozy. «La Francia riafferma la volontá espressa dalla comunitá internazionale che il Colonnello Gheddafi parta e chiede il riconoscimento delle autoritá libiche che si sono espresse attarverso il Consiglio nazionale transitorio» in modo da «evitare la riproduzione nel paese di una situazione come quella della Somalia» dove si è verificato un «vuoto di potere»,ha chiesto Sarkozy. Edited by †Tre Ði Späde† - 11/3/2011, 17:46
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