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Machine Teen, di Fabio Volino (Paninicomics.it)

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Stuart Tusspot
CAT_IMG Posted on 21/2/2010, 14:23     +1   -1




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In casa Marvel sono molte le creature robotiche che sono state sotto le luci della ribalta. Giusto ricordare ad esempio che il primo supereroe presentato dalla Timely (l’antesignana della Casa delle Idee durante la cosiddetta Golden Age) fu un androide, l’originale Torcia Umana. Nell’era moderna molte altre creature robotiche sono divenute protagoniste di celebri storie: alcune particolari, come il sintezoide Visione, altri robot secondo la concezione classica come Machine Man e Jocasta.
Appare subito chiaro come questa miniserie di cinque numeri del 2005 si ispiri proprio ad “Aaron Stack”, la celebre creatura ideata da Jack Kirby durante il suo secondo periodo alla Marvel e che di questi tempi sta vivendo un vero e proprio periodo di gloria grazie ad un nuovo look ed alle sue comparse in varie progetti come MARVEL ZOMBIES. Ma alla fine solo di ispirazione si tratta, poiché tra questi due personaggi non esiste alcun punto di contatto (per intenderci, il protagonista della miniserie non è un fantomatico “figlio” di Machine Man e Jocasta). Per quanto ci risulta, al momento in cui scriviamo questa è stata la prima ed unica apparizione di “Machine Teen”.
Adam Aaronson è lo studente modello della West Tech High School: i suoi voti sono sempre alti, è bello e ricercato dalle ragazze e come se tutto questo non bastasse è pure l’elemento di punta della squadra liceale di football. Punti fermi nella sua vita sono suo padre Aaron ed il suo migliore amico, J.T. Ma c’è qualcosa di diverso in Adam, qualcosa che inizia a manifestarsi quando diviene più volte soggetto ad improvvisi, apparenti attacchi epilettici.
Chiaramente, però, non sono attacchi epilettici. Aaron Isaacs, suo “padre”, tempo fa era uno dei principali esperti di ingegneria e robotica degli Stati Uniti. I suoi progetti avevano attirato l’attenzione dello spietato imprenditore Holden Radcliffe, i quali aveva in mente di impiegarli a scopo militare, per costruire soldati robot inarrestabili dall’aspetto umanoide, da vendere al miglior offerente: l’esercito perfetto. Disgustato dal fatto che le sue idee erano state pervertite, Isaacs era fuggito dopo aver distrutto tutti i dati elettronici e sensibili che potevano far continuare la ricerca e si era dato alla clandestinità.
Radcliffe ovviamente non intende veder sprecata una possibilità così ghiotta di guadagno e dunque inizia una accurata indagine per ritrovare Isaacs. Quando uno degli uomini al suo servizio riferisce di aver visto un uomo che somiglia allo scienziato, l’imprenditore rimane stupito nel vedere che al suo fianco c’è anche un adolescente. Non gli occorre molto tempo per capire che quel ragazzo è in realtà un robot capace di replicare così precisamente il comportamento umano da essere riuscito addirittura ad inserirsi nella società. Il problema è che questa verità Adam Aaronson ancora non la conosce.
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Marc Sumerak è uno dei promettenti giovani sceneggiatori in forza alla Marvel emerso negli ultimi anni. Ha cominciato come assistente editor per Tom Brevoort (probabilmente ricorderete il suo nome associato a molte testate vendicative nel periodo 1999/2003). Successivamente Sumerak ha perseguito una prolifica carriera come scrittore: le sue storie hanno spaziato in lungo e in largo per l’universo Marvel, passando dai mutanti (ORORO: BEFORE THE STORM) fino a giungere agli eroi cosmici sui generis (GALACTIC GUARDIANS). Il progetto per cui è più noto qui da noi è la serie di racconti umoristici che vede protagonista Franklin Richards, pubblicati saltuariamente su FANTASTICI QUATTRO. Negli Stati Uniti, invece, il suo nome è associato più che altro ad una prolifica sequenza di miniserie con protagonisti i Power Pack, adattati e rivisti per venire incontro al pubblico più giovane (leggasi, continuity azzerata e storie per tutti).
Una delle sue prime storie pubblicate è stata proprio MACHINE TEEN, di cui ora prosegue la narrazione.
Dopo l’ennesimo, presunto attacco epilettico, il più violento di sempre, Aaron Isaacs decide di dire tutta la verità a suo “figlio” Adam: che è un robot, da lui costruito basandosi su progetti concepiti dallo scienziato quando lavorava per una potente corporazione. Comprensibilmente la rivelazione lascia sconvolto il giovane, il quale decide di non credere a suo padre e scappa di casa. In quel momento gli uomini al servizio di Holden Radcliffe attaccano: Isaacs viene catturato, mentre Adam rimane coinvolto in una sparatoria. Quando il giovane nota che non sanguina e che c’è metallo sotto la sua pelle capisce di essere davvero una creatura robotica. Rifugiatosi a casa del suo amico J.T., viene a sapere che anche lui conosceva da svariati mesi la verità e che in tutto questo tempo ha aiutato Aaron Isaacs a coprire gli strani atteggiamenti di Adam.
Dopo che gli uomini di Radcliffe minacciano di uccidere J.T., Adam si consegna spontaneamente al corrotto imprenditore. Con la situazione in stallo, il robot propone un accordo: lui si farà sezionare per poter essere replicato, ma solo quando i suoi cari verranno lasciati liberi. Radcliffe decide di accettare. Una volta che Isaacs e J.T. sono al sicuro, Adam Aaronson attiva il suo dispositivo di sicurezza segreto: una bomba inserita all’interno del suo petto che fa esplodere lo stabilimento dove si trovano lui, Holden Radcliffe e gli uomini della sua milizia.
Ma Isaacs ha provveduto a portare con sé il nucleo principale dei dati di suo “figlio”. Così, esattamente un anno dopo, un nuovo studente oltrepassa la soglia della Edison Senior High School. Il rinnovato Adam Aaronson è pronto a cominciare una seconda vita e stavolta riuscirà a cavarsela anche da solo.
 
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