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Beckham in Finlandia per salvare la carriera, di Mattia Fontana (Eurosport)

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Stuart Tusspot
CAT_IMG Posted on 15/3/2010, 15:10     +1   -1




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L'addio al Mondiale è certo, la speranza ora è quella di tornare a giocare ad alto livello. Per questo l'inglese si affida al luminare che ha operato Jury Chechi e Pep Guardiola. Fabio Capello è affranto, la corsa della sua nazionale verso il titolo sudafricano è sempre più dura.
Il sogno è finito. A 88 giorni dall'inizio del Mondiale, David Beckham è costretto a gettare la spugna. Tutta colpa di una serata maledetta. Iniziata male, con un calcio in faccia, continuata peggio, con un clamoroso gol fallito, e conclusa con quello che è forse l'episodio peggiore nella carriera decennale dell'inglese. La rottura del tendine d'Achille all'88' di Milan-Chievo, un infortunio che Beckham si è procurato da solo, nel cerchio di centrocampo di San Siro.
IN FINLANDIA PER SPERARE - Un calciatore con la sua storia non può affidarsi a un chirurgo qualunque. Quindi, lo staff medico del Milan e l'entourage del britannico hanno studiato attentamente la situazione. E la scelta è poi ricaduta su Sakari Orava. In passato, sotto i ferri del luminare finlandese sono finiti atleti di spicco come Jury Chechi, Peter Fill, Merlene Ottey, Didier Deschamps, Pep Guardiola e Jonathan Woodgate. La speranza è che Sakari Orava possa restituire Beckham al calcio, mentre è impossibile che l'inglese possa far parte dei 23 che Fabio Capello porterà in Sudafrica. Ad affermarlo è lo stesso chirurgo. "Ci vorranno tre mesi prima che possa tornare a calciare un pallone", ha detto il finlandese. Nessuna speranza, quindi. È infatti impossibile che Beckham possa ricalcare le orme di Francesco Totti, che quattro mesi prima del Mondiale 2006 si ruppe il perone della gamba sinistra in Roma-Empoli dopo un intervento di Richard Vanigli. L'infortunio del capitano giallorosso era meno serio di questo e l'azzurro aveva a disposizione un mese in più per recuperare.
CAPELLO AFFRANTO - Il ct britannico è uno dei più dispiaciuti per la situazione di uno dei giocatori su cui puntava in vista del Mondiale. "Sono molto triste per l'infortunio di David - ha dichiarato Capello - perché dovrà saltare i Mondiali e sarà un'assenza pesante. Sono riuscito a parlare con lui dopo la partita con il Chievo e gli ho dato il mio sostegno. David è un grande professionista, ha lavorato duro per essere pronto per il Mondiale e sarà un grossa perdita". Sfortunato Beckham, ma anche Capello che, dopo il caso Terry e l'infortunio di Ashley Cole, deve fronteggiare un altro serio problema. Soprattutto calcolando che un'altra preziosa ala destra come Aaron Lennon del Tottenham è ancora ai box.
STAMPA UK SOTTO SHOCK - "Una carriera luccicante verso un triste finale": l'Inghilterra del pallone scioccata dall'infortunio di David Beckham che rischia persino di porre fine all'attività del centrocampista del Milan. Questa almeno la preoccupazione del Times, che ricorda come svanisca il sogno di Becks di diventare il primo calciatore inglese a partecipare a quattro edizioni della Coppa del Mondo. Il Guardian addirittura definisce Beckham "un'istituzione nazionale", e pur ridimensionando la sua importanza nella nazionale di Fabio Capello ("Non avrebbe comunque giocato da titolare"), mette in evidenza come "la sua forza, esperienza e abilità negli assist sarebbero state un'arma in più" per l'Inghilterra.
QUELLO STRANO PRESAGIO - Capita certe volte di sentirlo. E, forse, Beckham aveva avuto un insolito sentore nei giorni scorsi. Dopo il commovente ritorno a Manchester, l'inglese era parso poco ottimista in ottica Mondiale. "Sinceramente non so se potrò andare in Sudafrica - aveva detto alla stampa britannica - perché non ho il posto assicurato e ho bisogno di presentarmi in buone condizioni fisiche. Altrimenti Capello non mi chiamerà". Beckham si riferiva all'impegno poco costante da parte di Leonardo, che lo schiera meno rispetto al predecessore Ancelotti. Ma è chiaro che quelle parole ora hanno un sapore ben diverso. Quasi profetico. Ora Beckham, al quale Adriano Galliani ha offerto di restare al Milan a vita, dovrà concentrarsi su se stesso. Non più sul Mondiale, ma sul rientro in campo. Che, a quasi 35 anni, non sarà affatto semplice.
 
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