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La pazza Inter contagia di follia tutto il campionato, di Stefano Benzi (Eurosport)

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Stuart Tusspot
CAT_IMG Posted on 15/3/2010, 15:14     +1   -1




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Pazza Inter dicevo l'altro ieri; e di conseguenza pazzo anche questo campionato che sembrava andato, finito, consegnato, scontato e che invece si scopre riaperto alla giornata numero 39 e con dieci turni ancora da giocare. Nessuno ci avrebbe scommesso, nessuno: sicuramente non io. E credo pochi anche tra quanti le scommesse le vivono quasi come un lavoro.
Mi piacerebbe chiedere agli amici di Lottomatica quanti scommettitori hanno giocato sul Milan che vince lo scudetto quando l'Inter aveva otto punti di vantaggio e la possibilità di recuperarne altri tre a Parma. Era la giornata numero 23: e tutto sembrava impossibile.
Ma niente è impossibile: soprattutto in questo campionato mediocre ma folle dove le difese si addormentano al risveglio della primavera e consentono un record stagionale di gol difficilmente immaginabile: trentanove. Un campionato nel quale il Milan si ritrova a un solo punto dalla vetta grazie a una prodezza all'ultimo istante firmata da Seedorf, uno dei giocatori più criticati dalla tifoseria rossonera nei momenti bui e che vede la Juve farsi rimontare tre gol dal Siena. Una Juve organizzatissima per festeggiare i gol di Del Piero, con tanto di maglie celebrative con la numerazione progressiva. Un po' meno organizzata in difesa. Ricordo una rimonta del genere era accaduta contro il Torino, in un derby del campionato 2001/02 (doppietta di Del Piero e Tudor per la Juve nel primo tempo; Lucarelli, Ferrante e Maspero per il Toro nel secondo).
Un campionato nel quale là davanti, Milan a parte, rallentano tutti; rilanciando anche una volata europea che può diventare entusiasmante e che nei prossimi turni offre scontri diretti importantissimi (Milan-Napoli, Palermo-Inter, Sampdoria-Juventus, Fiorentina-Genoa solo per parlare del prossimo week-end). L'oggi ci aiuta non a capire, ma sicuramente a preparare il domani; e il domani è adesso, con la sfida di Stamford Bridge per l'Inter.
Quella contro il Chelsea è una partita fondamentale per i nerazzurri e per Mourinho ma paradossalmente anche per l'Italia, che si affida alla sua squadra meno italiana di tutte. Avere almeno un presidio in Champions League potrebbe diventare decisivo per i conti di una classifica europea che cominciano a diventare strettissimi nel testa a testa contro la Germania.
Ma di questo parleremo domani; restando invece sul campionato secondo l'Inter ha un vantaggio ben più notevole del modesto punto attualmente a sua disposizione. E' vero, l'Inter di oggi è lontana dai vantaggi abissali dell'era Mancini e della prima stagione di Mourinho; e i suoi 59 punti a dieci giornate dal termine (10 in meno rispetto all'anno scorso, +7 sulla Juve; 9 in meno rispetto a due anni fa, +7 sulla Roma; 20 in meno rispetto a tre anni fa e con venti punti in più della Roma), mi risultano essere la soglia più bassa della prima in classifica a dieci giornate dal termine con il campionato a venti squadre. L'Inter sarà anche un po' stanca, e secondo me lo è più di testa e di nervi che di gambe, ma cosa dovremmo dire della Juve, che si fa rimontare tre gol dal Siena e subisce il sessantesimo infortunio stagionale? Della Roma, che non riesce più a vincere? Del Milan, che aspettando di recuperare Pato perde in un colpo fino alla fine dell'anno Nesta e Beckham?
Se diamo un'occhiata al calendario, e bastano le ultime quattro giornate, il Milan affronterà nell'ordine Palermo, Fiorentina, Genoa e Juventus; l'Inter avrà Atalanta, Lazio, Chievo e Siena. Anche oggi, con un solo punto da difendere, in queste condizioni di rosa e di resa, dico che lo scudetto l'Inter lo perderà solo se lo vuole perdere. Se farà harakiri... E credo che paradossalmente solo domani, alla soglia dei quarti di finale di Champions, capiremo se l'Inter è davvero così stanca da poter perdere tutto.
Ma per una volta si può anche provare a guardare le cose con un certo raziocinio; se il Milan aveva delle possibilità a Manchester, partendo da un 2-3 casalingo, quante ne vogliamo dare all'Inter che parte comunque da una vittoria in casa? Ma di questo, come detto, parleremo domani.
Oggi invece spendo un pensiero per David Beckham, giocatore per il quale ho sempre avuto una predilezione speciale: il suo infortunio mi ha molto rattristato, perché mi sarebbe piaciuto vederlo ai mondiali, e perché lui sicuramente, così legato ai valori della maglia e della nazionale, se lo sarebbe meritato. Gli faccio un sincero in bocca al lupo per il recupero di questo infortunio: che se non altro ha un aspetto positivo. Gli eviterà di tornare a giocare a Los Angeles.
 
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